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Veritatis Diaconia n. 1

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Indice N. 1, Anno I (2015)

Franco MauroFides/Logos et Ratio, p. 13
Filippo RamondinoUnità d’Italia e vicende provinciali. La diocesi di Mileto e il vescovo Filippo Mincione. Tra documentazione archivistica e critica storica, p. 37
Beniamino Di MartinoAttraverso la cruna dell’ago. Vangelo, povertà e ricchezza, p. 53
Russell KirkPuò la virtù essere insegnata?, a cura di Marco Respinti, traduzione di Maurizio Brunetti, p. 99
Gianandrea de AntonellisSade, o della coerenza, p. 117

Recensioni, p. 127

Gianandrea de AntonellisEnrico Annibale Butti. L’Ibsen italiano (Marco Di Matteo).
Walter KasperMisericordia. Concetto fondamentale del vangelo – Chiave della vita cristiana (Vito Limone).
Raimondo LulloLibro del gentile e dei tre Savi (Gianandrea de Antonellis).
Da Raimondo Lullo a Nicola Eimeric. Storia di una falsificazione testuale e dottrinale (G. de Antonellis).
Massimo Viglione“Deus vult?”. Cambiamento e persistenza dell’idea di Crociata nella Chiesa. Dal II Concilio di Leone alla morte di Pio II (1274-1464) (Luigi Vinciguerra).
Francisco Elías de TejadaEuropa, tradizione, libertà. Saggi di filosofia della politica (Beniamino Di Martino).

Segnalazioni, p. 145

Lucetta ScaraffiaPer una storia dell’eugenetica. Il pericolo delle buone intenzioni (L.V.).
Napoleone BonaparteConversazioni sul cristianesimo. Ragionare nella fede (L.V.).

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Franco Mauro, Fides/Logos et Ratio

La teologia di Benedetto XVI è improntata a sottolineare il valore imprescindibile del legame tra Fede e Ragione. Il Logos, termine di derivazione platonica che fonde i concetti di fede e di ragione, deve essere analizzato sia attraverso la lente teologica che con gli strumenti di lavoro della filosofia. Ma a chi appartiene l’arte del guardar oltre la linea dei termini-confini, rimanendo costantemente al di qua di essa? Come è possibile una filosofia capace di operare questo? Come deve disporsi una teologia affinché possa incontrarsi con la filosofia e condividere con essa il saper esercitarsi in quel fare la differenza che resista alla deriva del senso ed all’ambiguo fascino di un caos relativistico che equalizzerebbe tutto? L’autore affida il tentativo di rispondere a queste domande a una serie di riflessioni, assumendo come filo conduttore generale del suo punto di vista una metafora “viva” della esperienza di cognizione: quella che la accosta e la confronta alla condizione del vedere attraverso specchi e per mezzo del loro gioco riflessivo. La filosofia di Platone, il cui pensiero l’autore ha studiato per l’intera esistenza, è il principale mezzo per conciliare fede e ragione.

Benedict XVI’s theology emphasizes the essential value of Faith and Reason relationships. The ‘Logos’, a term derived from Plato’s philosophy, combining the concepts of faith and reason, must be analyzed through the theological lens and the philosophy working tools. But who owns the art of gazing over the border-line of the terms, but avoiding to cross it? How can a philosophy capable of operating it? As a theology must be arranged so that it can meet with the philosophy and share with it the know-how to practice what can resist to the ambiguous charm of a relativistic chaos equalizing everything? The author attempts to answer these questions with a series of reflections, taking as his general point of view a “living” metaphor for the experience of cognition: to compare it to the condition of seeing through mirrors and through their reflecting game. Plato’s philosophy, studied by the author has studied for decades, is the main means of reconciling faith and reason.

Filippo Ramondino, Unità d’Italia e vicende provinciali. La diocesi di Mileto e il vescovo Filippo Mincione. Tra documentazione archivistica e critica storica.

L’articolo prende in esame uno spaccato di storia episcopale nel meridione d’Italia. La diocesi di Mileto, in Calabria, era tra le diocesi maggiori dell’antico Regno di Napoli. Il vescovo è Filippo Mincione, borbonico convinto, il cui governo pastorale abbraccia per intero il periodo delle rivoluzioni risorgimentali. Sulla base di documentazione archivistica inedita, è possibile comprendere che la reazione dei vescovi meridionali, in genere, al nuovo regime politico che andava ad estendersi per l’intera penisola,  è motivata anzitutto da una visione teologica e sociologica, dalla fedeltà al papa, dalla lettura disincantata del territorio che conoscevano molto meglio di altri.  Nella cronaca documentata di quei giorni emergono dolori, attese, speranze, insieme all’evidente consapevolezza dell’ultimo tratto di una storia che, come un faticoso travaglio, generava un nuovo senso di unità.

The article examines the period of time of the Episcopal history in the South of Italy. The Mileto diocese, in Calabria, was among the largest of the old Kingdom of Naples. The Bishop is Filippo Mincione, passionately tied to Bourbon dynasty, and his pastoral governance embraced the time of the Risorgimento revolutions. On the base of unpublished archival documentation, it is possible to understand, that the Bishop’s reaction from the South, in general, to the new political regime that was extending to all the peninsula, it was motivated most of all by a theological and sociological vision, the loyalty to the Pope, the knowing of the territory that they knew more than anyone else. In the documented chronicles of those days emerged pain, expectations, hope, together with the clear awareness of the last piece of history, that like a strenuous labor, conceived a new sense of unity.

Beniamino Di Martino, Attraverso la cruna dell’ago. Vangelo, povertà e ricchezza

Questo saggio è un tassello di un più ampio studio su una questione centrale della vita cristiana tale qual è il rapporto con i beni terreni. Sullo sfondo di una ricerca più ampia che tiene presente vari aspetti della tematica, il presente contributo si concentra solo sull’insegnamento di Gesù riguardo alla povertà e alla ricchezza così come ci è stato consegnato dai testi delle quattro narrazioni evangeliche. Per comprensibili esigenze editoriali, il saggio è stato diviso in due parti. Al momento viene pubblicata la prima che deve essere letta senza trascurare né il prosieguo dell’analisi, né le successive conclusioni.

This essay is a tile of a broader research about an important christian life’s question which is the connection with the worldly possessions. On the background of a wider project, that bear in mind various aspects of the topic, the present essay is focused only on Jesus’ teaching in the matter of poverty and prosperity as well as it has been delivered to us from the four evangelicals storys’ scriptures. For understandable editorials’ requirements, the essay has been divided in two parts. At the moment only the first one is published, but this part have to be read without ignoring neither the hereinafter of the analysis nor the conclusions.

Russell Kirk, Può la virtù essere insegnata?

Il testo dello statunitense Russell Kirk (1918-1994), politologo, scrittore e storico delle idee, che viene proposto per la prima volta in lingua italiana, è la trascrizione di una lezione tenuta nel 1982 presso la Heritage Foundation, autorevole think-tank statunitense, apparsa sulla rivista «Modern Age» e, successivamente, in varie antologie kirkiane. Se e come la virtù possa essere insegnata è un tema che ha appassionato i filosofi sin dall’antichità. Provando a dimostrare che le virtù morali, intese tomisticamente come abitudini a compiere il bene, possano essere tramandate, Kirk è più vicino ad Aristofane che a Socrate: «Non saranno precettori stipendiati a formare la magnanimità e il buon carattere», con buona pace delle utopie illuministe. Pur non essendovi alcun determinismo, tali buone propensioni si acquisiscono invece per emulazione. Da qui l’importanza del ruolo anche sociale della famiglia.

This text of the political philosopher, writer and historian of ideologies Russell Kirk (1918-1994), proposed for the first time in Italian language, is the transcription of a lecture given in 1982 at the Heritage Foundation, a leading US think-tank, first appeared on “Modern Age” review and, then, in various anthologies. Whether and how virtue can be taught is a theme that has enthralled philosophers since antiquity. Trying to prove that the moral virtues – in the St. Thomas’ conception, as habits to do-good – can be handed down, Kirk is closer to Aristophanes than to Socrates: “Not the salaried tutors will form the magnanimity and good character”, in  spite of Enlightenment utopias. However there is no determinism, these good inclinations are acquired rather by emulation. Hence the importance of the family social role.

Gianandrea de Antonellis, Sade o della coerenza.

Il recente bicentenario della morte del Marchese di Sade (1740-1814), ha visto una riproposizione di varie opere dello scrittore francese, ma non una rivisitazione dei luoghi comuni legati al suo pensiero: nei circa cento anni in cui è stato sollevato dall’oblio in cui l’aveva relegato il xix secolo, il “Divin Marchese” è stato sempre – tranne rare eccezioni – considerato un antesignano del pansessualismo freudiano e come tale esaltato. È però possibile una lettura diversa della sua opera che, tenendo conto della qualità del suo autore e delle condizioni in cui egli fu costretto a scrivere, ridimensionando la dimensione psicanalitica e sottolineando quella storica, psicologica e sociologica, sposta l’accento sulle premesse filosofiche del suo corpus principale (le opere “filosofiche” contrapposte a quelle “morali”) ed individua nell’egoismo assoluto il fulcro del suo pensiero, portato alle proprie logiche ed estreme conseguenze e così antesignano dell’«Uomo della Rivoluzione», sia essa francese, bolscevica o dei costumi.

In occasion of the recent the Marquis de Sade’s (1740-1814) bicentenary of the death, we have assisted to the reprinting of French writer’s various works, but not to a change of the clichés, linked to his thought: in a hundred years, during he was raised from oblivion, in which the Nineteenth century had relegated him, the “Divine Marquis” was always – with rare exceptions – considered a forerunner of the Freudian pansexual vision and, above this, very exalted. However, it is possible a different lecture of his work that, taking into account the quality of its author and the circumstances in which he was forced to write, resizing the psychoanalytical dimension and emphasizing the historical, psychological and sociological ones, shifts the focus on the philosophical premises of his main works (the “philosophical” ones, opposed to the “moral” ones) and identifies the absolute selfishness as cornerstone of his thought, which brought to their logical extreme consequences, being so the forerunner of “Man of the Revolution” – both the French or the Bolshevik one. Or even the Sexual one.


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