Samuele Cecotti intervista Miguel Ayuso

Il 18 luglio 2016 è ricorso l'80° anniversario dell'Alzamiento, la sollevazione militare che segnò l'inizio della guerra civile spagnola. Il conflitto si sarebbe concluso il 28 marzo 1939, con la vittoria delle truppe nazional-cattoliche, guidate dal "generalissimo" Francisco Franco, contro il regime repubblicano e anticristiano instaurato in Spagna dal Fronte Popolare.

Oggi il regno di Spagna si segnala per una Costituzione modellata sul modello costituzionale liberal-democratico (si veda il duro giudizio dato dal card. Marcelo Gonzalez Martin nell’Istruzione pastorale del 28 novembre 1978), una legislazione gravemente immorale, ad esempio, in tema di vita e famiglia. Spagnolo era il primo ministro Zapatero, vera icona mondiale del laicismo e del nichilismo giuridico. Inoltre la memoria storica nazionale è sempre più manipolata dal potere politico in senso anti-franchista, sino a capovolgere la verità. È evidente che qualcosa è andato storto. Tanto più che lo stesso mondo cattolico e le gerarchie ecclesiastiche sembrano quasi provare vergogna per la vittoria dei nazional-cattolici nella Guerra civile e per il regime nato da detta vittoria.

Per avere una parola di chiarezza utile a riflettere e meglio comprendere la complessa questione che dall’Alzamiento porta all’attuale Spagna relativista inquadrando il tutto nella più vasta storia del cattolicesimo novecentesco, dal pontificato del venerabile Pio XII alla crisi post-conciliare, proponiamo ai nostri lettori l’intervista di un illustre giurista e intellettuale cattolico spagnolo: il prof. Miguel Ayuso Torres, docente di diritto costituzionale alla Pontificia Università Comillas di Madrid, presidente dell’Unione Internazionale Giuristi Cattolici, direttore della rivista cattolica «Verbo», nonché membro della Segreteria Politica della Comunión Tradicionalista.

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