Tommaso Campanella, Monarchia di Spagna
La Monarchia di Spagna viene proposta agli studiosi della Napoli ispanica in una versione non commerciale e facilmente fruibile dal punto di vista editoriale.
Un doveroso ringraziamento va ai curatori del sito “Archivio dei filosofi del Rinascimento” (www.iliesi.cnr.it), presso cui è possibile leggere, ma solo pagina per pagina, l’opera nelle due versioni (in html per quella definitiva del 1598-1600 e in jpg per quella giovanile del 1595).
Riteniamo che la consultazione in pdf sia più congeniale allo studioso.
Come per alcune opere pubblicate dalla casa editrice Club di Autori Indipendenti, anche la Monarchia di Spagna si inserisce nella presentazione di testi integrali citati da Francisco Elías de Tejada nella sua imprescindibile opera Nápoles hispánico. Come Il Principe bellicoso di Francesco Lanario e gli Scritti politici di Ottavio Sammarco, anche la Monarchia di Spagna viene approfonditamente passata al setaccio lungo tutto l’amplissimo capitolo II del IV volume, dedicato al pensatore di Stilo (un testo che è troppo ponderoso per essere qui riprodotto a mo’ di introduzione: si rimanda il lettore alla traduzione apparsa per i tipi di Controcorrente, Napoli 2012).
A differenza di quanto fatto con le opere degli altri due autori, riesumate dall’oblio per sottolinearne l’importanza politologica, in questo caso Elías de Tejada stronca senza mezzi termini il pensiero, sostanzialmente totalitario e “antinapolitano” dell’antico autore, contribuendo non poco all’opera di rivisitazione della verità e di critica alla “leggenda bianca” che ha fatto di tre autori come Giordano Bruno, Galileo Galilei e Tommaso Campanella altrettanti campioni del librero pensiero. Tale distorsione della verità è dovuta alle vicende giudiziarie dei tre: mettendo da parte le vicissitudini biografiche e concentrando l’attenzione sulle loro opere ci si rende invece conto di trovarci di fronte a personalità tutt’altro che razionali, affondando le radici del loro pensiero nella magia (Bruno), nell’astrologia (Campanella) o in una notevole presunzione (come avvenne per Galileo, la cui “persecuzione” fu peraltro estremamente blanda e varie delle cui teorie – ad iniziare da quella sull’origine delle macchie solari – vennero smentite dalle sperimentazioni successive).
Ciononostante, i tre continuano ad essere additati quali campioni del “libero pensiero” contro l’oscurantismo di marca clericale e – ovviamente – spagnolo.
Quanto poco “liberale” fosse Tommaso Campanella lo si può apprezzare da questa opera che, assieme alla ben nota Città del Sole, si pone come un vero e proprio manuale per la creazione di uno Stato totalitario, come constatò anche un autore non sospetto di simpatie tradizionaliste come Montanelli (cfr. qui a p. 6).
Come sempre, risalire alle fonti documentarie è fondamentale per una ricerca scientifica e permette di giudicare obbiettivamente il valore dei testi che si sono in precedenza conosciuti solo indirettamente attraverso il giudizio altrui.
E questo è il senso della presente riproposizione della Monarchia di Spagna di Tommaso Campanella.
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